Oggi secondo giro dei miei racconti deprimenti, ma lo psicologo costa troppo, quindi faccio terapia qua, accontentiamoci. Questo disegno parrebbe una flexata delle mie vacanze imminenti. E INVECE NO. Voglio raccontarvi del mio sogno nel cassetto: una piscina. Quando ero piccolina avevo fatto amicizia con una bimba estremamente facoltosa e andavo spesso a giocare con lei. Tradotto: facevo la bambina povera di compagnia per la contessina salcazzi vien dal mare. O come dice il Grafico Timido: il giocattolo dei ricchi. Fatto sta, giocattolo o no, ho vissuto a sbafo di quella piscina mega galattica che aveva al piano terra, affacciata sui campi da tennis privati. Me la son goduta fino a che non si è resa conto di essere ricca e di poter comprare qualcuno meno sfigghy della sottoscritta. QUINDI, il mio scopo da allora è stato quello di avere una piscina tutta mia.

Indietro
Indietro

La crescita

Avanti
Avanti

Aperitif