Forse una routine per me c’è

Ho lanciato, tempo addietro, una rubrichetta dove avevo dichiarato la mia intenzione di dare una seconda occasione alle routine e ai metodi organizzativi.

È passato un po’ di tempo, ma volevo concedermi un periodo adeguato di test e tentativi vari prima di arrivare qua e dire: eureca!

Normalmente avrei gridato al miracolo al primo risultato positivo, per poi abbandonare il progetto dopo poco. Quindi mi sono armata di pazienza e sto digerendo poco alla volta questo nuovo approccio.

È nato tutto dalla prima puntata di un podcast chiamato Negati, in cui suggerivano un libro e una app (ringrazio tantissimo Chiara che me lo ha fatto conoscere, vi lascio il suo profilo, che è pieno di ottimi consigli, bei colori e simpatia).

Di solito, libri e app, sono due strumenti da cui ho imparato a guardarmi bene. I libri, quelli di auto mutuo aiuto, normalmente sono composti da un 90% di “perchè questo libro non è di un fuffa guru” e un 10% di cazzatine dimenticabili. Le app invece, spesso e volentieri, fanno l’esatto contrario di quello che dovrebbero fare: agevolarti la vita e accorciare gli step.

Però questa volta ho deciso di fidarmi di quello che consigliavano i due speaker e di provare entrambi i metodi. Sono una persona facilmente influenzabile, basta una voce gentile in cuffia e compro anche un seminario sulla vasectomia.

Il libro è quello di David Allen, il metodo GTD, la app è Things.

Premetto che la app ha un costo e penso che ci sia solo su apple, ma aggiungo anche che non è indispensabile.

Per farla breve: il libro mi sta piacendo e mi sta aiutando, la app è immediata e assolve a tutto quello che mi serve, ma può essere sostituita.

Come vi dicevo, sto ancora affrontando la lettura del libro, ma già il suo primo concetto non mi dispiace: svuotare la testa dalle cose che ti vengono in mente e sopratutto metterle da qualche parte che sia raggiungibile.

La mia testa è spesso ingarbugliata, piena di idee, cose da valutare e da fare.

Chi mi conosce sa che la paragono spesso ad un gomitolo, di cui non riesco a trovare il capo e la coda e se anche li trovassi e li tirassi farei solo un enorme nodo. La pratica di segnare le cose che mi vengono in mente, invece, sta aiutando a tagliare il filo in tanti piccoli pezzi, nella speranza di riattaccare la matassa in maniera più ordinata e farne un grazioso maglioncino.

La app mi è molto d’aiuto, ma è sostituibilissima da un pezzo di carta (cosa che tra l’altro lo scrittore consiglia). Io ho preferito evitarlo perchè mi basta guardarmi attorno per vedere la marea di quadernini, notebook, agende iniziate e mai finite, sono molto utili per tenere un diario, ma sono onesta con me stessa: non riaprirei mai l’agenda per vedere gli impegni.

Il telefono invece ce l’ho sempre sotto al naso. E per giunta mi sono creata un paio di comandi rapidi per attivare la app e inserire delle note volanti sin dalla schermata di blocco, per evitare troppi passaggi.

Detto ciò…restiamo in attesa e vediamo se riesco a passare dallo svuota testa all’organizzazione vera e propria.

Se anche voi avete letto il libro o volete farmi qualche domanda…beh sapete dove trovarmi.

Un bacio.

Cià Ciao.

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