L’attenzione è una forma di affetto

Ho sentito questa frase qualche tempo fa, mentre stavo seguendo un corso sul disegno e le emozioni e mi è rimasta stampata in testa.

Probabilmente l’avessi sentita l’anno scorso non ci avrei fatto caso o non le avrei dato il giusto peso.

Ma oggi sento di essere una persona differente da quella di un anno fa (ma va?!), sicuramente sono una versione di me che fa scelte più attive e meno passive in generale nella vita.

Vabbè, sto chiaramente divagando come faccio spesso.

“L’attenzione è una forma di affetto” per me ha assunto significato quando ho iniziato a liberarmi del superfluo per concentrarmi sulle cose, le persone e le situazioni che hanno davvero significato per me.

Badate bene, non sono un santone sceso dal cielo per dire che “ah io ce l’ho fatta e sono meglio di voi”, anzi. Ma, come è capitato per altri post in passato ho deciso a tavolino che ogni tanto mi posso concedere una pacca sulla spalla e, magari, quello che ho da dire può fare piacere a qualcuno.

Dicevo, negli ultimi anni sentivo davvero di star guidando la mia vita dal lato del passeggero. Amicizie e conoscenze che: si, vanno bene, ma se non le vedo è meglio. Situazioni che: vabbè è capitato, che ci vuoi fare. Cose che: sono li solo per bellezza.

Mi sono talmente tanto circondata di questo “di più”, di tutti i “ma”, che mi sembrava tutto beigiolino, tutto uguale, tutto passivo.

Pian piano ho davvero iniziato attivamente a far pulizia, a chiudere relazioni che non portavano a niente, a vivere situazioni che realmente volevo vivere (e non solo per la paura di essere tagliata fuori, o fomo che si voglia dire) e vedere attivamente le cose e di conseguenza scegliere di cosa mi volevo circondare e cosa no.

E il cambiamento vero sta avvenendo non solo a livello personale, ma anche a livello artistico. Vedere e ascoltare attivamente mi porta a fare delle scelte e ad interpretare il quotidiano e forse il banale con uno spirito differente, più analitico.

Una cosa che mi ha affascinato moltissimo del concetto di attenzione poi è che di solito la frase che l’accompagna è “prestare attenzione”. Perchè si, l’attenzione sono convinta che si dia letteralmente in prestito e che, di conseguenza, implichi che qualcosa venga restituito. Dalle persone si dovrebbe ricevere tanta attenzione quanta ne si regala, altrimenti è servilismo fine a se stesso. E tutto ciò a cui sto prestando attenzione mi ridà qualcosa indietro. Anche una semplice chiacchierata fuori contesto può dare spunto per qualcosa di nuovo e bellissimo.

Se posso darvi un consiglio provate a leggere questo libro L'arte di vedere le cose intorno a noi. 131 modi per trovare l’ispirazione, scatenare la creatività e scoprire la gioia nel quotidiano

È una piccola guida con tanti giochi per riattivare l’attenzione, quindi per niente impegnativa, ovvio vi dovete impegnare a fare i “giochi” proposti, ma appunto…sono giochi, potete portarlo in spiaggia o con voi in macchina per ammazzare il tempo mentre affrontate un viaggio lungo e noioso. Non mentre guidate, altrimenti non ammazzate solo il tempo.

Detto questo, come sempre vi invito a scrivermi per scambiare due parole assieme, qua o in DM su instagram.

Cià ciao.

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