Istruzioni per l’uso: Ruba come un artista

Di sicuro il titolo del post di oggi per molti di voi sarà evocativo e vi ricorderà questo libro: Ruba come un artista. Impara a copiare idee per essere più creativo nel lavoro e nella vita

Se non lo avete letto vi consiglio la lettura, se non altro pare che sia un pezzo essenziale per la libreria di un’artista, sopratutto al giorno d’oggi.

Io e quelli della mia generazione (si, adesso parte il pippone nostalgico) sono stati una sorta di pionieri dell’internet moderno. Io dico sempre che noi millenial (che parola orripilante) siamo cresciuti con internet e lui è cresciuto con noi. Mi ricordo ancora, quando potevo avere dieci anni, le prime chat online (tutte pixel), i primi abbozzi di videogiochi (tutti pixel anche quelli) e i primi accenni di programmi per il fotoritocco, adobe o gimp che fosse.

Badate bene: so benissimo che non siamo i primi ad aver visto queste futuristiche tennologie, ma diciamo che con noi hanno iniziato ad evolvere al ritmo di una persona.

Ad ogni modo forse la mia generazione è stata quella che ha avuto il lusso di non avere tra le mani un internet così popolato di materiale.

Instagram ancora si usava per le foto al cibo e i selfie da truzza (avevo una collezione di occhialoni da mosca pazzèzka all’epoca), pinterest non so manco se esistesse all’epoca, ma sicuramente lo si usava per arredare la casa da sogno di Barbie.

Fatto sta che c’erano pochissime fonti di ispirazione, o meglio: di ladraggio. La prima, forse, è stata deviantart con le sue loish e compagnia bella. E con deviantart è nato il brigantaggio artistico digitale.

Un po’ perché era tutto nuovo, il mezzo, la tecnica…e di tutorial ce ne stavano davvero pochi e di quei pochi ciucciavi tutto quello che potevano offrirti, compreso lo stile.

Confesso che anche io, in passato, ho rischiato o addirittura ceduto allo scopiazzamento becero ma, a posteriori, posso dire che ho fatto solo danni.

E non solo sotto un aspetto etico o che, ma proprio a livello professionale: copiare a man bassa ha fatto si che ci mettessi anni a capire cosa mi piaceva realmente disegnare e ancora oggi faccio parecchia fatica.

Detto tutto ciò (penso che questo batta il mio livello normale di preambolo-vomitata) ho imparato con il tempo a mediare un po’ tra la necessità di imparare qualcosa di nuovo, affinare quello che già so, inserire cose nuove che possono piacermi e il fare qualcosa di originale.

Una cosa che sto facendo ultimamente, e che consiglio anche a voi di provare, è di crearvi due tipologie di bacheche: una per i progetti e una per lo stile.

In poche parole ho una bacheca singola interamente dedicata a quello che mi piace e quello che vorrei un giorno riuscire a fare che comprende un po’ di tutto: palette di colori, disegni con un tratto che mi ha colpita, una composizione particolare, ecc.

E più bacheche che riguardano i singoli progetti: se devo realizzare un disegno (come quello di copertina del post) raccolgo in un unico posto tutto quello che può aiutarmi a realizzarlo, delle vere e proprie reference.

Il trucco per queste ultime cartelle è che non ricalchino l’idea finale e per fare ciò prediligo fonti di media differenti, ad esempio la fotografia, oppure stili totalmente all’opposto del mio, come disegni botanici o altro, in modo da poter capire come sono fatte le cose, le pose e le espressioni, senza così cadere nella tentazione di copiare con la carta carbone quello che vedo. Oppure, se per caso trovo delle illustrazioni che mi ispirano parecchio cerco di prenderne più d’una, e da quelle cercare di capire cosa le renda vincenti più che copiarle paro paro.

Non ho scoperto l’America, come sempre, però penso che questo trucchetto potrebbe essere utile per qualcuno di voi.

Detto ciò io vi auguro una buooona serata, e vi mando un bacino. Come sempre rinnovo l’invito a scrivermi se vi fa piacere o se volete approfondire.

Cià ciao!




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I miei disegni cambiano

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L’attenzione è una forma di affetto