Continuare a crescere

Probabilmente il post di oggi potrà sembrare retorico e scontato. Ma ho deciso che d’ora in poi auto celebrerò anche le cose più insignificanti e, appunto, scontate. E dopo il post di ieri penso che ci voglia un pochino di ottimismo ed entusiasmo in questo sito.

Quindi auto estraggo trombette e cappellini e mi fo’ na festa, mi lodo e mi imbrodo.

Dicevamo…continuare a crescere. È un concetto che sicuramente rientra nei classici concetti delle frasi fatte: ovvio che nella vita bisogna andare avanti, altrimenti che senso avrebbe fare le cose? Tanto varrebbe lasciarle immutate e immobili.

Ma la cosa che, almeno per me, non è scontata sono i micro cambiamenti personali. Piccoli passetti in avanti che aiutano a raggiungere una visione d’insieme più completa.

Spesso, come ho detto in passato, setto degli obiettivi troppo alti e ampi da raggiungere, i classici “da grande voglio essere un’astronauta!” e, ovviamente, il passo da fare è bello lungo per raggiungerli. Ma se io riuscissi ad ascoltare e vedere anche i micro passetti che sto facendo per arrivarci e se celebrassi effettivamente tutti quei piccoli miglioramenti di sicuro il traguardo non mi sembrerebbe così lontano e apprezzerei di più il viaggio per arrivarci.

Quindi colgo l’occasione di questo ultimo disegno per iniziare a celebrare questi miei miglioramenti. Non so se qua sul blog ne ho mai parlato (come sapete inizio a scantinare e a non ricordarmi più di cosa ho parlato e di cosa no, ma vabbè) ma io non faccio quasi mai gli sfondi ai miei disegni. E non perchè la reputo una scelta artistica, ma perchè per me gli sfondi sono una vera e propria terra inesplorata.

Per anni ho sempre lavorato duramente sui volti e sui soggetti, ho iniziato con gli occhi, poi i volti e da qualche anno con le figure intere. Ma MAI gli sfondi. Bestie di satana a me sconosciute.

Non sono il mio, perchè molto semplicemente non ci ho mai provato.

Solo che, come dicevo sopra, non era per scelta artistica. Quindi era inevitabile che, prima o poi, qualcosa iniziasse a stonarmi o a sembrarmi monco, sopratutto nell’ottica di ricercare delle composizioni più ricche e dinamiche.

E quindi l’altra sera mi si è palesata l’occasione, avrei potuto riempire lo spazio con una scritta, ma non avrebbe ottenuto una profondità quanto meno soddisfacente.

Ecco, di sicuro un prato con quattro fili d’erba in croce non è di sicuro un paesaggio rinascimentale, ma per me è quello che ci voleva per fare il giusto passo in avanti.

E quindi brava io.

Ecco.

Detto questo come sempre non voglio fare la morale, non voglio raccontarvi la storia dell’orso, ma se c’è qualcosa che posso dirvi è che ogni tanto darsi na pacca sulle spalle fa bene all’animo.

Rinnovo, come sempre in chiusura, l’invito a scrivermi, qui o in DM .

Per altre fantastiche avventure vi rimando al prossimo post.

Cià ciao!

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Forse una routine per me c’è

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La candelina dell’entusiasmo