La candelina dell’entusiasmo

Questa canzone l’ho scoperta non troppo tempo fa, spoiler non mi piace.

Ammetto che, nel contesto in cui l’ho scoperta, ho riso parecchio (ma questa sarà una storia per il futuro).

Comunque questa canzone, bella o meno che sia, ha per me assunto un significato ben preciso.

Ho iniziato a calare questo concetto nel mio piccolo e, sempre più di frequente, sento che ogni tanto arrivano su di me e sulle mie illustrazioni degli spifferi che attentano alla mia creatività ma sopratutto attentano alla mia forza di volontà di portare avanti questo progetto.

Con “questo progetto” intendo il sito, le illustrazioni, la community, ecc…

E sottolineo che non è che ho dei ripensamenti o altro per mancanza di feedback positivi, anzi: chi mi sta seguendo, più o meno da vicino, è a dir poco straordinario nel darmi una sorta di spinta emotiva.

Il problema, come quasi tutte le volte, sono io.

In primo luogo sono una persona che tende ad auto sabotarsi, fisso degli obiettivi troppo alti, spesso confusi e ho sempre la sensazione di spingere un sasso su per una collina.

Il sasso me lo sono scolpito io cazzata dopo cazzata, intendiamoci.

In secondo luogo se non vedo dei risultati a breve termine che mi ripagano su un lato oggettivo tendo a perdere l’entusiasmo. Io sono quella da progetti di una giornata e via, se si prolungano per troppi giorni per me non ne valgono troppo la pena.

Ricordo, molti anni fa, che volevo a tutti i costi cucirmi un costume di carnevale non sapendo per niente cucire o gestire un cartamodello. E non è che avevo deciso di farmi una gonna, ma volevo farmi un corpetto. E non mi ero data mesi per portare a termine il progetto, ma un giorno soltanto.

Non ricordo se ci avevo messo effettivamente un giorno solo o due, fatto sta che ho finito quel progetto in un tempo assurdo. Ma molto di culo, tanto che so benissimo di aver preso quel cencio e di averlo seppellito in qualche armadio, non l’ho mai usato per un carnevale ecco.

Però, a posteriori, avrei dovuto quanto meno esaltare il mio entusiasmo e la mia capacità di arrabbattarmi in nuovi progetti creativi.

Ma io dimentico e vedo solo il male.

Quindi, tornando alla mia candela nel vento, posso dirvi solo che ci sono volte dove faccio proprio fatica per come sono fatta a non farla spegnere. Metto sempre più spesso le manine alzate a parare quella fiammellina che altrimenti si spegnerebbe.

Ma piano piano sto imparando sopratutto a riconosce e accettare i feedback positivi che arrivano da voi e dalle persone che mi stanno vicine e devo proprio ringraziarvi, non me ne rendo spesso conto ma ho bisogno del supporto di altre persone e sono grata che stia arrivando, nonostante io sia un’orsa.

Come per quel progetto di cucito campato in aria: se avessi chiesto aiuto forse forse avrei portato a termine qualcosa che non faceva così tanto cacare.

Altrettanto vale per tutto questo “progetto”: se imparassi ad ascoltare le persone, le critiche costruttive e facessi miei i commenti positivi la prossima volta non avrò paura che la candelina si possa spegnere al vento.

E devo anche ricordarmi che non devo essere io in primis a soffiarci sopra.

Ecco tutto, lo sfogone della domenica è andato. Non so se vi sareste aspettati altro, qualcosa di più allegro forse, ma sentivo di doverlo raccontare, perchè il bello di essere se stessi è anche esserlo con le proprie incertezze e debolezze.

Come sempre l’invito a far due chiacchiere è sempre valido, o qui o in DM su instagram. Intanto vi auguro una buona domenica.

Cià ciao.

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