Cara: inizio dell’avventura

Beh, che dire: sono una persona facile da convincere, mi sono bastati ben tre post ben assestati per farmi scaricare la app e farmi un profilo.

La app sta avendo qualche problema tecnico e qui al mare prendo poco, un mix perfetto per il disastro. Ma ne approfitto per fare un beeeeeel post di preambolo e considerazioni generali, per rimandare ad una giornata migliore il giudizio, anzi mi piacerebbe proprio fare un vero diario di bordo della mia esperienza su questo social, sperando di far cosa gradita.

Fatevi una tisanina, che qua andiamo per le lunghette, come sempre.

Allora, Cara. Nuovo social per gli artisti, fatto da artisti (così cita se non erro il loro payoff). Come dicevo ho solo dato una sbirciata veloce veloce ma devo dire che le premesse sono ottime: iscrizione rapida e senza troppe rotture di coglioni alla instagram e pubblicazione del contenuto semplice e diretta. Niente hashtag, solo categorie e solo se si vogliono mettere le opere nel portfolio, cosa che a me personalmente piace molto, perché PRESUMO che questo possa agevolare la pubblicazione di sketch senza ammorbare il portfolio. In più AI bannata come la peste nera, anche se non ho capito le loro politiche di cessione dati AI.

Detto ciò passo alla mia perplessità principale: il pubblico.

Una volta, tanto tempo fa, ho ricevuto un ottimo consiglio “sul web è fondamentale avere uno spazio proprio, slegato dal mondo dei social e dalle loro regole poiché nel momento in cui cade il social cade anche il vostro lavoro”. Un consiglio d’oro e per nulla scontato, ma diciamo anche che, senza il meccanismo dei social, probabilmente non raggiungerei mai le persone giuste per il mio settore di consumo.

Questo non toglie che quanto avviato da instagram, facebook e compagnia bella sia un vero e proprio sistema al limite dell’ illegalità: dettano loro le regole e se non vuoi stare al gioco e fare la classica “scimmietta che balla” sei fuori. Tu e il tuo sitarello potete andare a stendere.

Quindi sono la prima pronta a boicottare questo sistema, ma solo se il nuovo mi da le stesse possibilità di quelli già esistenti.

E con possibilità intendo contatti.

E con contatti intendo un pubblico che ti apprezza e che comprerebbe i tuoi servizi o chi vede l’apprezzamento e vorrebbe rivendere i propri servizi con te (sponsor oppure brand che vogliono usare la tua creatività).

Ricordo, dall’alto dei miei 31 anni da millenial anziana, due siti in particolare: deviantart e artstation.

Due siti completamente diversi, ma con lo stesso fine di Cara: per gli artisti fatto da artisti.

Ma parliamoci chiaro. Deviantart era bellissimo ma totalmente inutile se non per qualche caso particolare (mi viene in mente la cara loish) che ha comunque sfruttato la fama raccolta sul sito per spostarla altrove. Artstation invece aveva dato il colpo di reni e ha imbastito questo deviantart pettinato total black dove effettivamente c’erano richieste e offerte di lavoro, ma solo ed esclusivamente per il settore videoludico e cinematografico (se non sbaglio e se non è mutato nel tempo!).

Quindi non nascondo che sono allo stesso tempo esaltata da questa nuova possibilità di mandare in culo instagram e preoccupata di perdere tempo (chi mi conosce sa che ho un’ossessione morbosa per il tempo “perso”, forse dopo aver visto il film di animazione di Momo mi è rimasto sto tarlo).

Vorrei davvero con tutta me stessa che questo Cara funzionasse perché parliamoci chiaro: oramai instagram richiede dei ritmi ingestibili, di piegarsi a media non inclini con la nostra professione (vedi le reel) o di sborsare qualche soldino per promuovere il proprio lavoro (cosa che faccio pure io, altrimenti col cavolo che avrei qualche follower).

Quindi eccomi qua, con le mie piccole idee e le mie piccole impressioni con il nuovo social Cara, nei prossimi giorni vediamo se riuscirò a darci un’occhiata più approfondita, nel caso continuerò io mio diario di bordo.

Cià ciao!

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Le routine non fanno per me.

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