Fruire in maniera passiva della vita attraverso i social

I social mi hanno rotto il cazzo.
Lo so, vi sembrerò una vecchia acidella di trent’anni a dire cose come questa, quasi ipocrita dal momento che la mia è la generazione che è stata cresciuta dalla televisione.
Ma devo liberarmi di questo peso, buttare il mio soldino in questa discussione.

Ribadisco: la mia generazione è stata la prima ad imparare a fruire passivamente di un contenuto multimediale. Quando passavo i pomeriggi davanti ad Italia Uno (per citare un canale che per noi ha fatto la storia) di certo non potevo scegliere che contenuto guardare e restavo li mezza lobotomizzata per delle ore intere. Ma quello che proprio non ho mai capito è perchè, ora che si può attivamente scegliere, si opta per il fruire stancamente di contenuti che ci vengono proppinati a raffica.

Se ci si ferma a pensare un istante la cosa sembra paradossale.

Da piccolina non potevo saltare la pubblicità e dovevo aspettare per forza una certa fascia oraria per poter vedere determinati programmi e sperare anche che facessero vedere qualcosa che potesse essere quantomeno vagamente interessante.

C’erano solo due certezze nella vita, il palinsesto di Natale con “Una poltrona per due” e quello di capodanno con “Pretty Woman”.

Punto, stop. Dovevi fare così.

Poi è arrivato internet e li, tra un porno scaricato per sbaglio e qualche virus, sono nate le prime forme di curiosità attiva. Una scelta. Sceglievi di aspettare giorni su emule nella speranza di aver scaricato la versione corretta di “Una settimana da Dio” (spoiler no, non l’ho fatto, ed è stata l’ultima volta che mi sono proposta di scaricare un film da vedere con la famiglia).

O per non parlare di blockbuster, che per me e mia sorella era un’opzione da ricchi che ci potevamo permettere solo quando andavamo da mia nonna che ci dava cinque euro per ricaricare la tessera e prendere un film e mezzo.

Però era una scelta, e quella scelta la bramavamo.

Quando internet si è velocizzato e sono arrivate le piattaforme di streaming è stato una specie di avvento divino. Potevi decidere cosa, come e quando guardare.

Ma quanto è durato? Niente se non sbaglio.

Quando sono iniziati ad affacciarsi i primi accenni di social tutta questa scelta è misteriosamente sparita. E tutto è tornato come prima: il palinsesto lo decideva il tuo “amico” di turno, se ti andava bene era una foto del cazzo con una citazione melensa di qualche morto a random, se ti andava male era un resoconto dettagliato della sua vita.

E non voglio far la predica a nessuno, anche io sono stata tra quelli che nei social ha trovato il Nirvana per molto tempo.

Ma mi sto sempre di più rendendo conto che quel Nirvana puzza di merda.

Quello che sto tentando di fare nella mia piccola e insignificante esistenza è quello di scegliere il tipo di social a cui affidarmi. Non posso cancellare instagram perchè altrimenti al momento non avrei dove mostrare i miei lavori. Ma ho cancellato tik tok e facebook, prediligendo youtube (sopratutto video che durino più di 10 minuti) e pinterest. E mi sta cambiando pian piano la vita. Sto riscoprendo tempo che pensavo di non avere e sto riacquisendo un’alta soglia dell’attenzione.

Beh, i miei due penny li ho spesi.

Voi, cosa ne pensate?

Cià ciao

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