Il lusso di essere imperfetti
Ci sono dei giorni in cui letteralmente faccio le corse per riuscire a finire un disegno per poterlo poi postare e stare appresso all’algoritmo del social di turno, e per fortuna che da metà di quelli sono riuscita a tirarmene fuori!
Il consiglio che si è cementato nel corso degli anni rispetto all’uso di queste piattaforme era il ricercare la perfezione. Un feed in palette, la miglior attrezzatura per dare una resa migliore ai propri contenuti, ecc.
Quindi da brava millenial geriatrix ho visto un po’ tutte le ere geologiche (anche zoologiche se vogliamo dirla proprio tutta) dei social che sono sulla piazza. Se prima gli youtuber erano quasi dei compagni di classe che facevano i video nella propria cameretta con la webcam del pc (e all’epoca non c’erano di sicuro le webcam che ci sono oggi, fidatevi) adesso sono delle specie di mini set cinematografici. Instagram era fatto per postare delle foto “al sentimento” in origine, mo’ devi avere tutto perfettino e ordinatino, perchè è il tuo portfolio gne gne gne.
Non dico che non sia giusto cercare di non imporcare il proprio feed con tutto quello che ci capita a tiro, ma ogni tanto ho deciso che mi voglio prendere il lusso di essere imperfetta, e postare qualcosa che non sia per forza pettinato e patinato.
Anche perchè, diciamoci la verità: se mi prendessi REALMENTE il tempo di fare le cose alla perfezione vedreste un post solo alla settimana, forse ogni due. Perchè A non ho il tempo materiale B sono una cagadubbi imperiale. Ed è giustissimo cagare dubbi. Ogni tanto mi faccio del male, critico aspramente quello che faccio, altresì ci sono delle volte che invece, ritornando sui miei passi, riesco a carpire delle sfumature differenti del mio lavoro e trovo delle soluzioni migliori rispetto a quelle che ho intrapreso al primo colpo.
Quindi ecco, la mia dichiarazione. Ogni tanto vi piglierete dei disegni “meh”, ma fanno parte di quello che faccio e di quello che sono. Anche perchè, faccio una piccola divagazione a mo’ di “volpe all’uva”: il postare costantemente cosa di super qualità, ogni giorno, reel, storie, salcazzi, è irrealistico. O andate alle superiori, o siete degli influencer che campano coi soli social o non vi credo che avete così tanto contenuto. Ricordo che molti anni fa andavano di moda gli “speed painting” e ricordo altrettanto un mio professore di illustrazione che mi faceva capire come, quei contenuti, fossero nocivi sia per le persone a livello di subconscio sia a livello lavorativo e retributivo. Vedere una valanga di contenuti fa credere alle persone che non ci sia il minimo sforzo dietro quello che state producendo.
Quindi facciamoci la carità di tornare un po’ umani.
O pagatemi lo psicologo.
Cià ciao.